Sasha e Carola, la storia di un’amicizia speciale tra una bambina e una (quasi) pitbull da adottare

Sasha e Carola, la storia di un’amicizia speciale tra una bambina e una (quasi) pitbull da adottare

Sasha e Carola, la storia di un’amicizia in un canile genovese
La simil pitbull è ospitata a Buoncanile, associazione creata da tre educatrici cinofile. Nel video il rapporto speciale tra una giovanissima volontaria e una splendida simil pitbull ancora in cerca di adozione.

Genova – Un altro cane che cerca adozione. Anzi, ancora “peggio”: un altro simil pitbull finito in canile e che sarà difficilissimo dare in adozione.

Sasha è questo agli occhi di molti. Tanto per chi ama i cani che per chi è finito su questo articolo trascinato dalla curiosità di un titolo in cui, “stranamente”, le parole “pitbull” e “bambina” non sono legate da altri termini come “aggredita”, “sbranata” e così via. Perché in realtà, questa volta ma come spesso capita e poco se ne scrive, la storia di Sasha è unica e simile a molte altre con la differenza che la sua la riusciamo a raccontare e, soprattutto, a mostrare nel video pubblicato qui in alto in cui c’è tutto ciò che serve per capovolgere il luogo comune più diffuso su una razza che non ha alcuna colpa se non quella di avere come altra specie cui confrontarsi quella umana.

La storia di Sasha inizia, come nella peggiore delle tradizioni, in una famiglia che decide di prenderla ancora cucciola e di destinarla da subito a una vita di totale infelicità: legata giorno e notte in fondo alle scale di un appartamento perchè graffiava il parquet con le unghie. E non per qualche intemperanza giovanile come qualcuno potrebbe pensare, ma semplicemente perché ci camminava sopra.

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Micol Chiari, una delle tre educatrici cinofile responsabili di Buoncanile, e Sasha

Lasciato questo incubo alle spalle, Sasha arriva all’Associazione Buoncanile Onlus di Genova. La sua vita in un canile unico nello scenario regionale e nazionale (rifugio privato, non sovvenzionato da enti pubblici: è gestito da tre educatrici cinofile che accompagnano cani e adottanti in un percorso di relazione e conoscenza) viene raccontata anche dal Secolo XIX in un video e un articolo dedicato a una serata al Mercato del Carmine organizzata proprio per lei (qui i dettagli).

Ma da quella sera dell’11 novembre 2017 si potrebbe dire che nulla è cambiato: Sasha è ancora lì, in un posto in cui è tutelata e seguita con amore e competenza, ma ancora non ha trovato una persona adatta a lei. Ma la sua storia, invece, non è finita qui e non è così che si chiude il sipario su un cane che può essere invece preso ad esempio come il simbolo positivo di una “razza” che, come scrivevamo, di solito sale agli “orrori della cronaca” per motivi che spesso non hanno nulla a che fare con la natura stessa del cane ma con comportamenti scorretti da parte degli umani.

Nella vita di Sasha arriva un’educatrice cinofila che collabora con Buoncanile, Barbara Bertone, e soprattutto una bambina, Carola Mangini, che con la sua famiglia frequenta l’associazione, dando una mano come volontari nella gestione degli ospiti. Tra la giovane genovese e la cagna del sud si crea un legame speciale. Sasha è particolarmente intelligente, le piace fare ricerca e stare in compagnia degli umani, il suo carattere viene anche analizzato e descritto da uno degli educatori cinofili più stimati in Italia, Ivano Vitalini, che la incontra e così la descrive: « Essere un mix Pit è il suo unico “problema”. O meglio, il problema è la percezione che le persone hanno di questi cani. Un’idea spesso errata: i pitbull non sono né cattivi nè “duri”, ma anzi sensibili e fragili. Basta poco perché anzi abbiano loro paura degli umani, si preoccupino e quindi cerchino di tenere tutti lontano. Ma se gli dedichiamo un po’ di tempo, appaghiamo i loro bisogni e rispettiamo i loro spazi, cani come Sasha possono tirare fuori la loro parte migliore e il loro piacere è proprio quello di stare con noi. Forse non ameranno mai stare con gli altri cani ,ma con le persone certamente sì».

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Sasha con Ivano Vitalini a Buoncanile

Ed è proprio quello che Carola, undici anni, con l’aiuto di Barbara Bertone, ha messo in pratica con Sasha. Passeggiate insieme, giochi di attivazione mentale, ricerca olfattiva, coccole e “chiacchiere” in un linguaggio che risulta comprensibile, in fondo, a chiunque abbia un approccio con una specie diversa in cui il reciproco rispetto è la base di qualsiasi relazione. La famiglia Mangini ha già altri due cani e la loro dedizione alla causa del volontariato è totale. Come ha sottolineato Vitalini, Sasha è meglio che sia l’unico cane in un contesto casalingo ed è per questo che Carola si diverte e lavora con lei solo a Buoncanile. Ed è però proprio la loro amicizia ad aver trasformato questa singola, piccola storia di un cane qualsiasi in un racconto corale che può essere un caso poi non così unico quando, come anche in tanti altri contesti, la verità viene fuori dall’esperienza diretta e non da quello che si “dice in giro” o che si legge in tanti articoli in cui i cani sono spesso descritti come protagonisti negativi, soprattutto nelle relazioni con i più piccoli.

Mentre si scrive, chissà, qualcuno starà pensando a Sasha e Carola sulle alture di Davagna dove sorge Buoncanile mentre fanno una pista nel bosco o si rivedono dopo qualche giorno di separazione. Ma tutto questo articolo, in realtà, sarà servito a qualcosa se qualcuno penserà a lei come il cane da portare a casa e far ritornare, magari, in “visita” poi in quel luogo in cui ha ricevuto ciò che di più importante un cane, pitbull o meno che sia, dovrebbe avere da un essere umano: fiducia. Come una bambina genovese di 11 anni ha saputo fare. Possibile che non ci riesca un adulto?

Articolo tratto da: IL SECOLO XIX – 4 maggio 2018

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